Travelot, la rivista dell'uomo che non dimentica di essere anche una donna
Ci siamo imbattuti in un curioso spot pubblicitario e non riusciamo a capire quando, come e perché sia stato realizzata. Ci date una mano a recuperare informazioni? Intanto godetevelo.
Gli anni Settanta sono il decennio in cui la figura del “travestito” - allora il termine “transessuale” era ancora poco usato, men che meno il termine “transgender” - entra nell’immaginario collettivo.
Certo, malgrado la glamorizzazione che ne viene fatta in alcuni contesti (articoli su riviste patinate, commedie sexy, primi timidi servizi televisivi), per i media e l’opinione pubblica si tratta pur sempre di un paria della società.
Con qualche eccezione: un fenomeno molto sui generis e di inaspettato successo nazional-popolare è quello delle Sorelle Bandiera, nate a metà anni Settanta in un locale gay di Roma, l’Alibi a Testaccio, e sdoganate in TV da Renzo Arbore nel programma della seconda rete L’altra domenica nel 1978 (ne abbiamo parlato nell’episodio n. 8 del podcast Le Radici dell’Orgoglio, intitolato Prove tecniche di visibilità.
1978 che è anche l’anno in cui esce nelle sale italiane il film di Édouard Molinaro Il Vizietto, con protagonisti Michel Serrault e Ugo Tognazzi (ne ha parlato il figlio Ricky nell’episodio n. 10 intitolato E vizietto sia!)
Nel nostro paese le battaglie per i diritti delle persone trans sarebbero cominciate solo nel 1980, con la fondazione del M.I.T. (allora Movimento Italiano Transessuali, oggi Movimento Identità Trans).
Lo spunto per questo post è il divertente spot pubblicitario che vedete in alto in questa pagina, che ci ha inviato l’amico Giovanni Rodella, di cui non siamo riusciti a recuperare alcuna informazione in rete.
È senz’altro una parodia, perché non ci risulta che sia mai esistito un rotocalco intitolato «Travelot - le magazine de l'homme qui n'oublie pas qu'il est aussi une femme», destinato nei roaring Seventies alla comunità dei travestiti e/o transessuali d’oltralpe.
Se qualcuno ha notizie da fornirci gliene saremmo davvero grati.
Intanto godetevelo, senza dimenticare - nel caso lo condivideste con i vostri amici - di chiedere loro di abbonarsi alla pagina Substack delle Radici dell’Orgoglio.